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ALIMENTAZIONE IN ONCOLOGIA: PARTE I

ALIMENTAZIONE IN ONCOLOGIA: PARTE I

La prima cosa che domando ad un mio cliente, soprattutto in caso di malattia oncologica è, quale sia il suo stile di vita alimentare. La risposta comune a molti: “di tutto e sempre le stesse cose”.

Purtroppo c’è scarsa informazione a riguardo perché, ahimè, non è possibile nutrirsi di tutto, soprattutto durante le terapie di radio e chemioterapia.

Sulla prestigiosa rivista scientifica Cancer Discovery è stato recentemente pubblicato uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, in collaborazione con l’Istituto Firc di Oncologia Molecolare (Ifom) e con il supporto economico di Fondazione Airc. Questo studio ha dimostrato che una dieta a basso indice glicemico con RESTRIZIONE CALORICA SEVERA E CICLICA, è associata ad effetti biologici positivi  in pazienti oncologici.

La restrizione calorica si ottiene per mezzo di un’ALIMENTAZIONE PREVALENTEMENTE VEGETALE E VEGANA, ricca di alimenti come: cereali integrali, olio extravergine di oliva, legumi, frutta fresca di stagione e frutta secca, per i quali è stato dimostrato il potenziamento degli effetti antitumorali della chemioterapia e della immunoterapia. Sono effetti che riducono la concentrazione di glucosio  nel sangue e dei fattori di crescita che stimolano la moltiplicazione delle cellule tumorali come l’insulina e il fattore di crescita insulino-simile: “la DIETA IPOGLICEMIZZANTE” aumenta la presenza nel sangue di cellule immunitarie ‘buone’ come i linfociti T citotossici e le cellule Natural Killer. Queste cellule sono potenzialmente in grado di riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Al tempo stesso la dieta sembra ridurre le cellule immunitarie ‘cattive’ che aumentano l’infiammazione sistemica e impediscono a quelle ‘buone’ di funzionare in maniera adeguata”.

Ingerendo zucchero o farine bianche raffinate, che fanno salire rapidamente il tasso di glucosio nel sangue e per questo vengono definiti ad alto indice glicemico, l’organismo libera subito una dose di insulina per permettere al glucosio di penetrare nelle cellule. Alla  secrezione di insulina si accompagna il rilascio di un’altra molecola detta IGF(fattore di crescita della cortico-surrenale), la cui proprietà è di stimolare la crescita cellulare. In parole povere, lo zucchero nutre e fa crescere in fretta i tessuti . Parallelamente, insulina  e IGF hanno in comune l’effetto di dare una sferzata ai fattori d’infiammazione, i quali, a loro volta, fungono da fertilizzante ai tumori, stimolando direttamente non solo da crescita delle cellule tumorali, ma anche la loro capacità di invadere i tessuti vicini”

Quali sono le BUONE ABITUDINI per prevenire l’innalzamento della glicemia, l’aumento dell’IGF e l’infiammazione di basso grado?

Evitare lo zucchero raffinato eventualmente sostituibile con il miele o meglio ancora con altri dolcificanti naturali quali zucchero o di cocco.

Evitare le farine raffinate ed introdurre cereali integrali ricchi di sali minerali e vitamine, come orzo, avena, miglio, farro, riso integrale, grano saraceno, quinoa, amaranto.

Evitare gli insaccati che è stata processata e prediligere la carne magra possibilmente bianca

Evitare i condimenti troppo grassi ricchi di grassi saturi come burro, panna, lardo, margarina vegetale, strutto e prediligere il condimento con olio extravergine di oliva spremuto a freddo ricco di grassi insaturi ad azione antiossidante.

Evitare bibite gassate, succhi troppo zuccherati, ma prediligere spremute e centrifughe di frutta fresca e di stagione.

Moderare il consumo di cibi altamente acidi, che possono favorire fermentazione intestinale ed acidità tissutale: patate, pomodori, latte, yogurt, formaggi molli, aceto, vino, carne rossa.

Bere 1,5 litri di acqua naturale oligominerale lontano dai pasti e possibilmente a temperatura ambiente o tiepida.

Ridurre le cotture ricche di grassi come la frittura e prediligere le cotture al vapore, al forno o con la pentola a pressione.

Eliminare per un adeguato periodi i cibi a cui si è intolleranti.

-Prediligere i prodotti biologici che non contengano OGM, fertilizzanti e pesticidi, conservanti, coloranti

-Mangiare in quantità giusta in modo tale da permettere al nostro organismo di assimilare gli alimenti senza sovraccaricarlo inutilmente di lavoro e quindi: colazione da RE, pranzo da PRINCIPE e cena da POVERO.

1 DIGIUNO INTERMITTENTE a settimana, dove non si  introduce cibo dalle ore16 alle ore 8 del giorno successivo (16 ore consecutive) per aiutare il fegato ed i reni a disintossicare più rapidamente il nostro corpo non essendo coinvolti in processi digestivi.

MANTENERE IN SALUTE LA BARRIERA INTESTINALE: Quando la barriera della mucosa intestinale è alterata, ingenti quantità di tossine passando attraverso la mucosa, entrano in circolo e vanno a sovraccaricare gli emuntori ( fegato, reni, polmoni, pelle) e possono dare alterate risposte del sistema immunitario: malattie autoimmuni, intolleranze alimentari, MALATTIE CRONICHE DEGENERATIVE. Se gli emuntori non riescono ad eliminare il sovraccarico tossinico queste vengono depositate nella MATRICE EXTRACELLULARE che funziona da sistema tampone.

Per evitare questo tipo di alterazione è molto importante nutrire nella maniera adeguata la nostra flora intestinale e mantenere integra la mucosa, non solo con l’alimentazione ma anche con una mirata integrazione di PROBIOTICI , soprattutto in oncologia.

Definiti comunemente «FERMENTI LATTICI»,  da un punto di vista etimologico, la parola pro-biotico, significa “a favore della vita” e quindi per definizione in antagonismo con gli “antibiotici” cioè «a sfavore della vita».

Quali sono le loro funzioni:

-Sintetizzare sostanze ad azione antimicrobica, come acido lattico e perossido di idrogeno;

Stimolare la risposta del sistema immunitario intestinale per fornire protezione indiretta dell’ospite contro batteri patogeni presenti nell’intestino.

-Migliorare e stabilizzare la funzione di barriera intestinale diminuendo la permeabilità intestinale.

Dott.ssa Maria Chiara Destro

LA LIBERTA’: ALTERNANZA TRA LUCE ED OMBRALO STUDIO DELL’IRIDE: COSTITUZIONE EMATOGENA

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