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Dimagrire con una corretta alimentazione, sbloccando il metabolismo

DIMAGRIRE CON UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE, SBOLACCANDO IL METABOLISMO

Quante volte mi sono sentita rivolgere queste domande:

“Perché non dimagrisco”?

“Perché ho sempre fame, troppa fame e mi sento bloccata nella trappola del cibo dolce? “

“Sono perennemente a dieta!!! Perché il mio corpo non ne vuole sapere di perdere i chili di troppo avendo cominciato ad andare in palestra tutti i giorni?”

Ci sono alcuni fattori che causano il blocco del metabolismo e che non favoriscono un graduale dimagrimento. Vediamo quali sono:

  • DIETA AD ALTO CONTENUITO DI CARBOIDRATI.

I carboidrati rappresentano la nostra fonte energetica principale soprattutto durante l’attività fisica intensa. Hanno funzione plastica ed intervengono nella formazione di acidi nucleici e strutture nervose.

Dopo essere stati trasformati in glucosio i carboidrati possono andare in contro a tre diversi processi metabolici:

-possono essere utilizzati dalle cellule per produrre energia;

-possono essere immagazzinati nelle riserve epatiche e muscolari sotto forma di glicogeno;

-possono essere trasformati in grasso e depositati come tale, qualora le scorte di glicogeno siano sature.

Generalmente la dieta dei Paesi industrializzati è molto ricca di carboidrati a base di glucidi semplici, cioè di mono e disaccaridi che vengono aggiunti durante la preparazione per dolcificare gli alimenti. Un eccessivo consumo di zuccheri è correlato a patologie come l’obesità, la carie dentale ed la sindrome metabolica. Gli zuccheri semplici entrano in circolo molto velocemente, rendendo necessaria un’iperproduzione di insulina che a lungo andare può portare ad un declino funzionale delle cellule deputate alla sua produzione, causando il diabete. Il brusco calo di glicemia che ne consegue oltre ad affaticare il soggetto, rendendolo più stanco e meno concentrato, porta ad una prematura comparsa dello stimolo della fame. Si entra in questo modo in un circolo vizioso che può facilmente condurre all’obesità.

E’ noto che appena si tolgono dalla dieta i carboidrati, soprattutto quelli raffinati, si dimagrisce, sia perché diminuiscono le riserve in eccesso di glicogeno nel fegato (il quale le trasforma in trigliceridi cioè grasso), sia perché diminuiscono i livelli di insulina nel sangue e quindi, le cellule per produrre energia (ATP) utilizzano i grassi e non il glucosio.

Tuttavia più l’epatocita (la cellula del fegato) è ricca di glicogeno (cioè zucchero) e più comunica al cervello di tenere alto il metabolismo, stimolando gli ormoni tiroidei a mantenere alta la l’omeostasi, aumentano il catabolismo di grassi e proteine, cioè favoriscono il dimagrimento aumentando la massa magra e diminuendo quella grassa. Al contrario se la cellula epatica è priva di glicogeno, comunica di bruciare più trigliceridi, deprimendo le funzionalità tiroidee e rallentando, nel tempo, il metabolismo.

Per evitare questo errore non bisogna togliere i carboidrati dalla propria alimentazione ma introdurli 1-2 volte a settimana, preferibilmente, a colazione o al massimo entro l’ora di pranzo (12.30-13.30), possibilmente integrale (farro, grano saraceno, miglio, amaranto, grano di timilia) e a basso indice glicemico; questo permetterebbe all’organismo di non perdere l’affinità col glucosio e di preservare la leptina (una adipochina, influenzata dai livelli del glucosio e che regola il metabolismo tramite la sua influenza sugli ormoni tiroidei) l’ormone che stimola il senso di sazietà.

Insulina e leptina sono sorelle: la prima esplica i suoi effetti nel breve termine, la seconda nel medio-lungo termine. Per cui non bisogna aver paura dei picchi glicemici perché aiutano a tenere alto il metabolismo, ma quanto il picco impiega per ritornare ai livelli normali. L’insulina è un ormone fondamentale per rimanere magri.

 

  • DIETA IPERCALORICA E ASSENZA DI UN ADEGUATO ESERCIZIO FISICO.

L’organismo ha miliardi di cellule. Quando si fa esercizio fisico ogni cellula deve “mangiare” del cibo per accelerare il ritmo metabolico. Tuttavia non bisogna esagerare con gli allenamenti: se il corpo non ha abbastanza energia per i bisogni quotidiani e il dispendio energetico per l’attività fisica è eccessivo, l’organismo opererà una compensazione rallentando il metabolismo e stimolando le surrenali a secernere grandi quantità di cortisolo. Questo ormone, presente troppo a lungo ad elevati livelli nel sangue, inibisce l’attività tiroidea, aumenta il catabolismo del muscolo e rallenta il metabolismo.

L’esercizio fisico più adatto per dimagrire è quello che lavora correttamente sulla massa magra e che prevede sia l’attività aerobica che quella anaerobica.  Mentre per diminuire la massa grassa bisognerà basarsi sull’equilibrio tra nutrizione e apporto calorico. Può capitare di sottovalutare quante calorie effettivamente introduciamo, non contando i cucchiaini di zucchero in ogni caffè, i condimenti grassi in sughi e verdure, la barretta, gli shaker proteici ed i succhi di frutta come spuntino. Bisogna prestare attenzione anche a queste “calorie nascoste” in quanto le calorie che si introducono con l’alimentazione devono essere bilanciate da quelle che si spendono con l’attività fisica e con il metabolismo basale.

Prediligere cibi a bassa densità calorica, ricchi di fibra, acqua, vitamine e sali minerali, vuole dire mangiare principalmente frutta e verdura, alimenti fondamentali alla base della piramide alimentare.

Introdurre giornalmente tutti e 21 gli amminoacidi attraverso l’associazione legumi e cereali integrali, le proteine del pesce pescato e non allevato, le uova di galline allevate a terra e nutrite con cereali e le carni bianche derivate da allevamenti non intensivo, garantisce il mantenimento della massa muscolare.

 

  • ALTERAZIONE DELLA FLORA INTESTINALE E DEI LIVELLI DI SEROTONINA

Il desiderio smodato di cibo è dovuto a bassi livelli di serotonina, il più importante neurotrasmettitore (canale di comunicazione del cervello) che regola il desiderio di cibo, l’appetito, l’umore, il sonno, il dolore, l’aggressività, l’ansia e molto altro. Questa sostanza viene principalmente prodotta nell’apparato gastrointestinale e a livello del sistema nervoso centrale. Tutte le persone con problemi o patologie legate allo stomaco (gastrite, reflusso, acidità, Helicobacter pylori) e all’intestino (diarrea, colon irritabile, colite, stitichezza, gonfiori), presentano bassi livelli di serotonina. Quando questa sostanza non è presente a sufficienza, nel nostro inconscio nasce il desiderio di cibi che entrino velocemente in circolo nel sangue sotto forma di zuccheri, come pane bianco, pasta, dolci, patatine, cracker, cioccolata, caramelle, bibite dolci, succhi di frutta. Questi cibi innalzano i livelli di insulina. L’insulina, in qualche modo, fa sì che il triptofano (amminoacido) entri nel cervello. Il triptofano poi si trasforma in serotonina. E la serotonina ci fa sentire bene! Per questa ragione certi cibi vengono definiti “cibi di conforto”. Ed ecco la ragione per cui le persone tendono a mangiare seguendo le emozioni. Questo cambiamento di condizione che avviene nel cervello, benché sottile, ci fa sentire bene! Per dirla con parole semplici, le persone mangiano questi particolari cibi per sentirsi meglio. Ma la sensazione di benessere che deriva da questi cibi è solo temporanea, dura poco più di un’ora. Per provarla nuovamente, il nostro cervello ci forza, a un livello subcosciente, a mangiare ancora i cibi che innescano la reazione. E ancora una volta, l’insulina aumenterà e porterà a produrre serotonina. Questo ciclo si ripete all’infinito. Giorno dopo giorno. Mese dopo mese. E, mentre gli effetti della serotonina sono di breve durata, le calorie in eccesso restano e non se ne vanno. Il risultato è una nazione dove il 65% della popolazione è obesa e depressa. IL FATTO: il 98% delle diete continuerà inevitabilmente a fallire fino a che non saremo capaci di mantenere livelli adeguati di serotonina!!!

CONSIGLI DEL NATUROPATA

Per evitare scompensi ormonali e di neurotrasmettori, è DOVEROSO mantenere in salute la propria flora intestinale, attraverso una corretta alimentazione, un’adeguata attività fisica ed una mirata integrazione.

Introdurre quotidianamente piccole porzioni frutta e verdura di stagione, di cereali integrali e di legumi, permette al nostro intestino di regolare la propria eubiosi.

Svolgere attività fisica in base alle reali necessità di una persona e alla sua costituzione, permette di mantenere il controllo del cortisolo, dell’insulina, e degli ormoni tiroidei i quali, se sbilanciati, favoriscono il “blocco del metabolismo” e l’obesità.

Introdurre ciclicamente probiotici, prebiotici, vitamina D, antiossidanti (omega 3, acido alfa lipoico, cromo picolinato), immunostimolanti (astragalo, uncaria), immunostimodulanti (reishi, shitake, cordyceps) e soprattutto tenere BASIFICATO il nostro corpo, garantisce la salvaguardia del nostro benessere e la prevenzione contro ogni malattia basata sui processi infiammatori.

Dott.ssa Maria Chiara Destro

 

 

 

 

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