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Sindrome dell’occhio secco

SINDROME DELL’OCCHIO SECCO

La sindrome dell’occhio secco è un disturbo oculare dovuto ad una ridotta produzione lacrimale (ipolacrimia), da eccessiva evaporazione lacrimale o ad un’alterata qualità e composizione lacrimale (dislacrimia).

La produzione lacrimale ha la funzione di mantenere la superficie dell’occhio umida; il film lacrimale è un sottile rivestimento liquido che viene continuamente prodotto dalle ghiandole lacrimali dell’occhio allo scopo di proteggere la superficie esterna dell’organo stesso. È composto da uno strato lipidico (grassi) all’esterno, uno acquoso intermedio e uno mucoso più internamente.

I lipidi oculari possono essere polari (mantengono il film lacrimale omogeneo) o apolari (bloccano la lacrimazione e bloccano l’ingresso di agenti esterni verso l’interno degli occhi).

Secrezioni abbondanti al mattino al risveglio, con difficoltà ad aprire le palpebre, rossore, piccole squame palpebrali, epifora (lacrimazioni in diversi orari della giornata,) sono tutte manifestazioni della secchezza oculare.

Questa patologia si manifesta soprattutto:

– nelle donne in post menopausa a causa di disfunzioni ormonali ed in terapia ormonale sostitutiva;

in vecchiaia;

– in soggetti con difetti nutrizionali (carenza vitamina A e omega 3);

malattie autoimmuni;

epatite C;

utilizzo costante di farmaci;

-valori elevati di colesterolo e glicemia.

Il 30 % del flusso lacrimale evapora e viene ricambiato da altro liquido lacrimale. Se il film lacrimale ha una bassa componente lipidica si ha un’evaporazione del 70-75% dell’acqua e questa sofferenza è un meccanismo riflesso della ghiandola lacrimale che aumenta la produzione di lacrime.

Le cause dell’occhio secco possono riguardare

fattori ambientali, come ambienti molto secchi, uso eccessivo di videoterminali, esposizione prolungata al sole,

condizioni patologiche, come la sindrome di Sjögren o i tumori delle ghiandole lacrimali,

uso di farmaci sistemici.

Questi fattori a loro volta possono causare:

-mancanza di produzione di volume lacrimale, soprattutto in presenza di secchezze di tutte le mucose, compresa quella salivare;

-alterazione dello strato lipidico che causa l’espulsione di più liquidi oculari facendoli evaporare.

La causa più riscontrata è la seconda, un’eccessiva evaporazione di lacrime associata ad un aumento della concentrazione di sostanza disciolte nelle lacrime, come per esempio la lattoferinna che serve a proteggere il film oculare. Questo genera iperosmolarità, cioè un aumento di morte cellule del connettivo oculare, fonte di infiammazione, che a sua volta, innalza il rilascio di citochine infiammatorie che producono eccesso di lacrimazione.

Blefariti, calazi, glaucomi, eccessivo utilizzo di colliri per abbassare la pressione oculare, lenti a contatto, chirurgia oftalmica sono tutte cause che implementano il quadro cronico della secchezza oculari.

Anche i disturbi metabolici alterano le ghiandole di lacrimazione: l’alterato rapporto omega 3 e 6, a favore di questi ultimi, genera un’azione proinfiammatoria. Nella dieta occidentale il rapporto è 1/6 quando nella normalità dovrebbe essere 4:1; la mancanza di questo rapporto altera la produzione di lacrime e si ha una cattiva qualità del secreto lacrimale.

Come agire per migliorare la componente lipidica del film oculare?

Supplementazione di omega 3 nell’arco di 3 mesi fa diminuire i disturbi della secchezza oculare e diminuisce la lacrimazione. Questa integrazione non va data se la secchezza oculare è dovuta ad avitaminosi. Se il paziente ha il colesterolo e trigliceridi alti, questi hanno un riflesso diretto sulla lacrimazione, aumentando la viscosità del liquido lacrimale. Anche nel diabete c’è alterazione delle ghiandole lacrimali con associata disfunzione di apertura e chiusura delle palpebre ed alterazione delle ghiandole lacrimali. Quindi il diabete in crea una neuropatia cronica con ridotta sensibilità corneale fino ad arrivare ad atrofia delle ghiandole con la loro compromissione.

Nel diabetico soggetto a secchezza oculare è necessario integrare, oltre con gli acidi grassi polinsaturi, anche con il picnogenolo e la rutina

L’occhio secco è associato ad astenopia (affaticamento oculare), fotofobia, sdoppiamento, alterazione della chiusura ed apertura delle palpebre e aloni colorati. In concomitanza di queste manifestazioni possono comparire: cefalea, astenia, nausea, vertigini e tensione muscolare.

Consigli del naturopata

Per problematiche legate alla secchezza oculare, alla fatica oculare e alla messa a fuoco è consigliata un’integrazione con carnitina, vitamina A, omega 3, auricularia e vitamina C.

Se si associa una dieta ipocalorica a base di antocianine e carotenoidi come luteina, zeaxantina, astaxantina ed estratti di mirtillo, si migliora la secrezione lacrimale, l’affaticamento oculare e la circolazione capillare, grazie alla loro azione antiossidante e vasodilatatrice,

Per donne in menopausa è molto consigliata un’integrazione a base di  fitoestrogeni naturali e acido alfa lipoico, per evitare la secchezza oculare, mantenendo stabile il quadro ormonale

Omega 3 ricchi in DHA assunti di sera, sfruttano l’azione rigenerante sui tessuti del DHA.

Acido Ialuronico che apporta acqua ed idratazione non solo a livello cutaneo ma anche oculare.

Auricularia: è un fungo medicinale ricco di proteine e di calcio. Utilizzato soprattutto come tonico del sangue e del sistema vascolare, grazie alla sua consistenza gelatinosa, ha anche la funzione di “umidificare” tutte le mucose del corpo soprattutto quelle di occhi bocca e apparato genitale. Assomiglia alle pieghe della gola e per questo era utilizzata bollita nella birra, nel latte o nell’aceto per i problemi di gola (infiammazioni, mal di gola ecc…).

Glutatione: riduce lo stress ossidativo nel cristallino, soprattutto in persone affette da retinopatia diabetica da assumere per 3-6 mesi 150 mg al giorno).

 

Dott.ssa Maria Chiara Destro

Omocisteina ed il benessere cardiovascolareTrattamento di riflessologiaRIFLESSOLOGIA PLANTARE ORIENTALE 1.0

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