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Alterazione del ciclo mestruale in età adulta

ALTERAZIONI DEL CICLO MESTRUALE IN ETA’ ADULTA

Normalmente la mestruazione compare ogni 25-35 giorni (solitamente ogni 28), dura dai 3 ai 7 giorni e la quantità di sangue persa varia tra 28 e 80 ml. A volte però i naturali meccanismi che regolano il ciclo mestruale si possono alterare, a causa di vari fattori:

-eccesso di estrogeni

-carenza di progesterone

-eccesso di prolattina

stress

-utilizzo di farmaci

-disturbi della nutrizione (anoressia nervosa, bulimia)

attività fisica intensa e prolungata (per esempio nelle atlete o nelle ballerine)

dimagrimento significativo e rapido

 

In questo articolo affronterò le due alterazioni più importanti: AMENORREA e DISMENORREA

AMENORREA

Se il flusso mestruale non compare da almeno tre mesi, si parla di amenorrea. La causa più comune risiede in una insufficiente produzione di PROGESTERONE che può essere basso se l’ovulazione non si verifica regolarmente o per niente (ciclo anaovulatorio).  Alcune condizioni, come l’elevata prolattina (un ormone che induce la produzione di latte), l’ipotiroidismo, la sindrome dell’ovaio policistico, l’endometriosi, l’insulino resistenza, l’insufficienza luteale, anomalie o lesioni ovariche, menopausa precoce, possono causare un’ovulazione rara o assente, che porterebbe a bassi livelli di progesterone. Anche uno stress cronico e quindi stanchezza surrenale con eccesso di cortisolo, può essere facilmente e spesso un impedimento all’ovulazione e/o ad una produzione fisiologica adeguata di progesterone. In questi casi, la causa del basso progesterone deve essere diagnosticata e trattata.

La carenza di progesterone può essere dovuta anche al fatto che il corpo non è in grado di produrne in quantità sufficiente.

Alcuni segni e sintomi di progesterone basso includono:

cicli lunghi o pesanti

perdite prima delle mestruazioni o durante l’ovulazione

cicli mestruali irregolari

cicli mestruali brevi dovuti ad una breve fase luteale

Il progesterone è un ormone calmante e lenitivo. Permette un ciclo non solo regolare, equilibrando gli estrogeni, ma anche non doloroso, perchè riduce l’infiammazione. Riduce l’ansia. É termogenico (alza leggermente la temperatura corporea) e quindi ha anche un effetto su una migliore attivazione metabolica-energetica. Contribuisce assieme agli estrogeni anche ad una buona salute di capelli e pelle. Il progesterone è un vero e proprio costruttore osseo, e protegge dall’osteoporosi!!

CONSIGLI DEL NATUROPATA

Se la fase estrogenica si presenta accorciata, in presenza di una normale fase luteale, c’è bisogno di uno stimolo estrogenico. I fitoestrogeni sono sostanze vegetali con una struttura simile agli estrogeni, sono quindi dotati di attività estrogenica e, legandosi ai recettori degli estrogeni endogeni, possono mimare o inibire l’azione degli estrogeni. In questo caso la pianta che può venirci in aiuto è il Trifoglio rosso.

TRIFOGLIO ROSSO: i glicosidi flavonici presenti nel trifoglio rosso aumentano gli ormoni stimolanti i follicoli e gli ormoni estrogenici regolarizzando il ciclo mestruale sia in donne in età fertile sia in donne in menopausa alleviando i disturbi legati alle vampate e all’eccesso di sudorazione.

Se la fase luteale è accorciata (inferiore ai 10 giorni) e la fase estrogenica è regolare, c’è necessità di uno stimolo progestinico. In questo caso la pianta che fa al caso nostro è l’Agnocasto

AGNOCASTO: diversi studi hanno dimostrato che gli estratti di agnocasto siano in grado di correggere il deficit di progesterone in donne con insufficienza luteinica o iperprolattinemia in cui si hanno ridotti livelli di progesterone nella fase luteale. Si pensa che questo sia dovuto ad un aumento della prolattina o ad una riduzione delle gonadotropine ipofisarie. Inoltre si è verificato che le proprietà terapeutiche di questa pianta incidono sull’equilibrio estrogeni/prgesterone normalizzandolo il ciclo mestruale.

DISMENORREA

La dismenorrea consiste nel dolore, anche molto intenso, che viene avvertito da una parte delle donne (si raggiunge una percentuale di circa il 10% delle donne tra i quattordici e i quarant’anni), nella zona inferiore del ventre, durante il mestruo, più di frequente nei primi tre giorni. I principali sintomi sono tensione addominale intensa alternata a fitte o crampi al ventre e alle ovaie, mal di schiena, mal di testa e nausea. Come per la sindrome premestruale e per il ciclo stesso, la durata e l’intensità dei sintomi e delle manifestazioni è fortemente variabile da donna a donna e di mese in mese. La comparsa dei dolori è dovuta alle contrazioni dell’utero, le quali si verificano durante il ciclo per favorire l’espulsione del sangue e del tessuto endometriale sfaldato.

Se il dolore mestruale compare già dai primi cicli è costante e regolare, si parla di dismenorrea primaria. Si verifica subito dopo il menarca e tende ad attenuarsi con l’età o dopo la gravidanza

Donne che non ovulano, ovvero nelle quali è presente solo la fase estrogenica, non manifestano crampi mestruali. In assenza di progesterone non c’è dismenorrea ma questo ormone non è la causa del sintomo che sembra dovuto semmai ad uno squilibrio estroprogestinico

Nella seconda metà del ciclo aumenta anche la produzione di Prostaglandine che stimolano un’intensa contrazione muscolare che oltre a causare crampi a livello uterino possono favorirne a livello intestinale. Queste prostaglandine derivano dai grassi animali (carne, uova, latte) assunti con la dieta mentre altre prostaglandine di tipo rilassante sono sintetizzate a partire dagli acidi grassi insaturi di pesce e di alcuni semi vegetali ( ac. Linoleico e alfa Linolenico)

Se invece il dolore mestruale compare all’improvviso, peggiora o modifica le sue caratteristiche (ad esempio se prima compariva nei primi giorni della mestruazione mentre adesso compare verso la fine), si parla di dismenorrea secondaria. In questo caso è bene fare un controllo perchè potrebbe essere sintomo di malattia infiammatoria pelvica, endometriosi, fibromi uterini o cisti ovariche.

 

CONSIGLI DEL NATUROAPATA

Per contrastare la dismenorrea occorre adottare un adeguato stile di vita alimentare:

-riducendo il consumo di proteine animali eccetto il pesce di acqua fredda

-aumentando il consumo di omega 3 con assunzione di olio di lino ed olio di fegato di pesce;

-limitando gli zuccheri raffinati e l’alcool

-aumentando il consumo di frutta e verdura di stagione e biologica

A livello di integrazione è consigliato l’assunzione di Don Quai ed Omega 3

DON QUAI:

Pianta chiave della Medicina Tradizionale Cinese per trattare la dismenorrea, cresce nelle zone montane, umide e fredde, di Corea e Giappone. E’considerata il Ginseng Femminile. Gli estratti di questa pianta rilassano il muscolo uterino, migliorano la microcircolazione pelvica, riducono lo stato infiammatorio pelvico ed hanno azione detossificante a livello epatico.

Il Dong Quai è una pianta che apporta una certa quota di estrogeni, ha effetto di riequilibrio tra estrogeni e progesterone, utile soprattutto in donne oligomenorroiche, ha un effetto sedativo ed antistress femminile.

OMEGA 3

Acidi grassi a catena corta il cui compito principale è quello di fungere da antiinfiammatorio, riducendo la produzione di prostaglandine. Questa azione si basa sul fatto che gli Omega-3 sono i precursori di molecole che riducono il dolore grazie al loro effetto vasodilatatore e antinfiammatorio. Diversi studi hanno dimostrato che questo fenomeno fa sì che un aumento dell’assunzione di Omega-3, ottenibile sia attraverso l’alimentazione sia utilizzando dei supplementi, corrisponda a una diminuzione dei sintomi della dismenorrea.

Dott.sa Maria Chiara Destro

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